Descrizione
Il 6 febbraio è la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili. L’Organizzazione mondiale della Sanità le definisce come “forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche”.
Si stima che nel mondo siano circa 200 milioni le donne e le bambine che hanno subito e convivono con una mutilazione genitale. Ogni anno sono a rischio circa 3 milioni di bambine e ragazze.
Le mutilazioni danneggiano i corpi, le vite e il futuro delle ragazze. Rappresentano anche una violazione dei loro diritti umani dal 1993.
Secondo i dati Unicef-Unfpa 2020, la pratica è prevalentemente diffusa in paesi del Corno d’Africa-Medio Oriente come Iraq e Yemen in alcuni paesi dell’Asia come Indonesia e Maldive, ma sono praticate anche in America Latina ed Europa e, per effetto dei nuovi scenari multietnici, questo pratica brutale si registra anche in Italia.
“Mentre la pandemia continua a chiudere le scuole e interrompere i programmi che aiutano a proteggere le ragazze da questa pratica pericolosa, ulteriori 2 milioni in più di casi di mutilazioni genitali femminili potrebbero verificarsi nel prossimo decennio” hanno di recente dichiarato Natalia Kanem, direttore generale dell’Unfpa, e Catherine Russell, direttore generale dell’Unicef.
Secondo i dati 2017-18 dell’Istituto Europeo per l’uguaglianza di genere, in Italia su circa 76.000 ragazze tra 0 e 18 anni provenienti da Paesi che praticano le mutilazioni circa il 15-24% sono a rischio.
In Italia questa tortura è punita secondo una legge del 2006. Le pene per chi la mette in atto vanno dai 4 ai 12 anni, anche qualora il crimine sia stato compiuto all’estero. La legge ha previsto anche finanziamenti per mettere in campo programmi e azioni di prevenzione, formazione e informazione nelle regioni.
Anche l’Emilia-Romagna, alcuni anni fa, ha sviluppato un programma regionale finanziato nell'ambito dell'intesa per la prevenzione ed il contrasto delle mutilazioni genitali femminili e ha identificato le azioni più opportune per contrastarle (vedi ad esempio questa relazione: https://bit.ly/3glVvNQ)
Occorre vigilare, ad ogni livello, per impedire che questa pratica orribile continui ad essere perpetrata. L’informazione è fondamentale e, nel caso si venga a conoscenza di situazioni di rischio, la denuncia.
• Per qualsiasi consulenza o per segnalare situazioni di rischio o disagio, a Granarolo è attivo lo sportello di Mondo Donna Chiama chiAMA. Si occupa di violenza di genere in senso lato ed è certamente un canale importante anche per questo reato.
Il progetto Chiama chiAMA comprende anche un totem, presso il supermercato Coop di via San Donato, in cui si possono lasciare messaggi in forma anonima e protetta.
• Sul territorio del Distretto Pianura Est ci si può rivolgere al Consultorio familiare e spazio giovani di Castel Maggiore: qui indirizzo, contatti e orari.
• Presso il Consultorio di via Beroaldo a Bologna è attivo un progetto specifico contro le mutilazioni genitali. Qui indirizzo, contatti e orari.
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Ultimo aggiornamento pagina: 06/02/2022 00:57:07